| Girrrls, grazie a tutte per i bei commenti, davvero. Ecco a voi un nuovo capitolo. Questo è uno dei miei preferiti, perchè entra in scena per la prima volta il mio eroe: LOUIS TOMLINSON. *---*
CAPITOLO V.
Il giorno seguente mi svegliai, ma non perchè i raggi del sole fossero entrati nella camera, ma perchè Harry mi accarezzava leggermente i capelli e il viso. «Buongiorno, bellezza.» disse dolcemente Harry. Io spostai il mio viso dal suo petto, e lo baciai. «Sì, è proprio un buon giorno.» Lui sorrise semplicemente. Mi accarezzava dalla testa alla schiena. «Volevo farti la colazione, ma avevo paura di svegliarti.» disse lui. «Possiamo sempre andare allo Starbucks.» suggerì io. «Ottima idea, amore.» «Ma.. quindi ora siamo.. tipo, fidanzati?» chiesi io. Non volevo rovinare quel bellissimo momento, ma volevo sapere tutto subito. Ero fatta così. «Solo se tu lo vuoi.» rispose dolcemente Harry, baciandomi la fronte. «Lo voglio più di ogni altra cosa.» risposi, e spostai la testa per poterlo baciare. Poi, mi mossi leggermente per scendere dal letto, ma lui mi teneva bene, in modo che non potessi non stare attaccata a lui. «Harry, devo andare a farmi la doccia, non posso restare attaccata a te per sempre.» dissi io, baciandoli il petto. «Doccia? Andiamo.» rispose lui, ridendo. Mi prese in braccio e mi portò in bagno.
«Voglio presentarti un'amico.» disse d'inprovviso Harry, mentre si vestiva. «Uno degli altri quattro del gruppo di cui mi ha parlato Zayn?» risposi io, sistemandomi i capelli allo specchio. «Sì, ma lui è più importante. Non è solo un compagno di gruppo.» rispose serio. «Allora va bene, non vedo l'ora.» «Okay. Vestiti, lo incontriamo adesso.» disse Harry, come se niente fosse. Oggi, dopo la lunga doccia fatta con Harry, avevo dei capelli che facevano paura anche ai topi, e lui voleva farmi incontrare con il suo amico più importante? «Stai scherzando, vero? Non sono pronta.» dissi io, iniziando ad impazzire perchè non riuscivo a sistemare quei dannati capelli. «Ma non devi fare niente, sei già bellissima.» disse lui, abbracciandomi da dietro. «Dici così solo perchè in verità sei cieco e non puoi vedere quanto è disastrosa la situazione dei miei capelli, oggi.» «A me sembrano perfetti come sempre.» rispose lui, baciandomi il collo. «Oh, e va bene, andiamo.» mi arresi. Non aveva alcun senso litigare con lui, tanto avrebbe vinto. Lui mi prese la giacca e uscimmo dall'appartamento. Andando allo Starbucks, feci l'interrogatorio a Harry su come fosse quell'amico. «Descrivimelo, dimmi tutto, anche il codice fiscale.» dissi io, scherzando. «Allora.. alto più o meno quanto me, capelli castani, occhi azzurri, divertente. Poi il codice fiscale non lo so, ma posso dirti che si chiama Louis, e che andrete sicuramente d'accordo.» rispose. «Andremo d'accordo? Mmh, se lo dici tu.» risposi. Sincermante, avevo un pò paura di non piacere a quel Louis. «Tranquilla. L'importante è che piaci a me, no?» disse Harry, dandomi un veloce bacio a stampo. Ci sedemmo nell'unico tavolo disponibile, e iniziammo ad aspettare Louis. Mentre Harry ordinava due cappuccini al cameriere, io notai subito un ragazzo che mi sembrava di conoscere. Lui mi aveva visto, e si stava avvicinando. Io mi alzai dal tavolo per raggiungerlo. «Oh mio dio, Louis? Louis Tomlinson?» dissi io. «Ma stiamo scherzando? Tu sei Alex? La mia vecchia Alex?» rispose lui. «Cazzo, sì, sono proprio io.» non potevo crederci. A Londra, in una città così grande, avevo incontrato uno dei miei più cari amici per caso. Louis si mise subito a ridere, e mi prese in braccio per potermi abbracciare meglio. Io ero più bassa di lui. «Ma è normale che ci incontriamo per caso in una città grande come Londra?!» «No, ma è il destino, ovvio.» risposi. «Sei ancora fissata con il destino? Wow, sei sempre la solita Alex.» disse lui, lasciandomi dal suo abraccio. Solo in quel momento mi ricordai di aver lasciato Harry nel tavolo senza avvisarlo. Mi girai verso lui, e vidi che aveva un'espressione indecifrabile sul volto. Sembrava sorpresa e gelosia messi insieme. «Oh, sì, scusami Harry.» dissi io. «Lui è Louis, Louis lui è Harry.» «Ma io so benissimo chi è.» disse Louis, con la sua solita risata che mi faceva impazzire. «Cosa? Spiegatemi.» tagliai corto io. «No, tu dovresti spiegarmi. Voi vi conoscete?» disse Harry. «Ma certo, ci vedevamo ogni estate da quando ero piccolo.» ripose Louis al posto mio. «Sì, io andavo nello stesso campo estivo di Louis. Ci siamo conosciuti lì, ma anche quando tornavo in Italia, ci sentivammo.» continuai io. «E voi come fate a conoscervi?» «Lui è l'amico ce ti dovevo presentare.» rispose Harry. «Oh, allora ti sei risparmiato le presentazioni.» disse Louis. Era fantastico il modo in cui prendeva tutto alla leggera. «E voi come fate a conoscervi, eh?» continuò lui. «Lei è la mia ragazza.» disse Harry, alzandosi dal tavolino e mettendo un braccio sulla mia spalla. «Mi prendete in giro, vero?» disse Louis, ridendo. «Oh, no, caro Louis. Questa volta ho trovato il ragazzo perfetto, e non come gli altri.» dissi io, baciando Harry. «Fantastico.» riuscì solo a dire Louis. Si sedette anche lui al nostro tavolino, e io e Louis passammo tutta la mattina a raccontare a Harry delle storie divertenti sul campo estivo. «Quindi, lui era nella stanza sopra la tua, e tu riuscivi a scavalcare il muro per andare nella sua camera di nascosto?» disse Harry sorpreso. «Oh, si, sono un genio. E la cosa divertente è che quasi tutte le volte che andavo di nascosto, la trovavo in pigiama o in accapatoio, ma mai vestita normalmente.» rispose Louis. Notai subito l'espressione sciocciata e gelosa di Harry, ma non mi preoccupai più di tanto. Io e Louis eravamo solo amici. «Beh, ma anche tu, quando venivi da me, non eri vestito meglio. Ti trovavo sempre in boxer.» dissi io. «Ma ho smesso d farlo quando, andando in camera tua, mi ha visto un gruppo di ragazzi.» aggiunse Louis, ridendo come un idiota. «Siete strani, voi.» disse Harry, ridendo anche lui. «Certo, siamo Alex&Louis.» risposi io. «Te lo ricordi ancora?» chiese Louis, sorpreso. «Ma certo. Noi saremmo sempre la coppia più forte.» risposi io, abbracciandolo. Cercavo di non fare più caso alle espressioni gelose e infastidite di Harry. Gli avrei spiegato tutto dopo la colazione.
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