Buonasera mie care lettrici (?) Grazie a tutti i vostri splendidi commenti ed il vostro interessamento a questa fan fiction, non sapete quanto mi fate felice.
<3 Ma passiamo alle cose serie. Ecco a voi LA PRIMA PARTE del capitolo quattro, che ho diviso in due perché era troppo lungo e non voglio annoiarvi çç HAHAHAH Pubblicherò un nuovo capitolo ogni 15 giorni, quindi sapete ora quando venirmi a fare visita. (?)
P.s. se raggiungerò tanti commenti entrò domani sera, prometto che posterò il seguitò mercoledì.
CAPITOLO QUATTRO (PRIMA PARTE)
La luce del sole fioca, passava attraverso le tende bianche della finestra aperta, dalla quale soffiava un leggero venticello. Si sentiva un profumo di caffè provenire da fuori la stanza, avrebbe voluto scendere dal letto, ma era talmente stanca che non riusciva neanche ad aprire gli occhi.
Si rigirò dall’altra parte, e tentò di aprirli, stropicciandoli più volte. Si alzò di soprassalto, appena si accorse che il letto dove stava dormendo non era il suo.
<< Oddio, ma che..>> esclamò alzandosi, barcollando, presa da un mal di testa allucinante.
Appoggiò la mano alla parete per prendere equilibrio, inutilmente. Così si risedette sul letto, e notando un paio di converse blu sotto il comodino, le prese e le infilò. Cercava di sbrogliare i lacci, tutti intrecciati tra loro.
<< Ma Buongiorno!>> disse richiamando la sua attenzione Harry, che stava risvoltando le mani della sua camicia azzurra verso i gomiti.
<<ti dispiace?>> domandò la ragazza indicando le scarpe.
Lui le andò a sedersi vicino, e alzandole la gamba destra la mise sulle proprie iniziando sfilare i lacci.
Notò che il ragazzo aveva davvero un buon profumo. Poi si incantò a guardarlo. Aveva lo sguardo impegnato, e ogni volta che sfilava e rimetteva i lacci, con una cadenza davvero buffa, una parte di quei riccioli davanti si muovevano avanti e indietro, infine si bagnò con la lingua le labbra e << Fatto, passa l’altra>> disse.
<< Cosa è successo stanotte?>> domandò Sabrina, temendo la sua risposta.
Harry abbozzò un sorriso << Nulla>> rispose continuando a sistemare i lacci.
<< Non scherzare, dimmi quello che è successo.>>
<< Davvero non te lo ricordi?>>
<< E’ così impossibile visto che ero ubriaca ieri notte?>> disse ironica la bionda.
<< Strano, non sembravi così ubriaca mentre…>>
<< Mentre?!>>
Il ragazzo non riuscì a trattenere la sua risata.
<< Senti dico conosco da meno di 12 ore e già di detesto.>> rispose lei alzandosi e togliendo bruscamente la sua gamba da quella di lui.
<< Dai!>> esclamò Harry alzandosi anche lui
<< Che c’è ancora?>> incrociò le braccia lei, fissandolo.
<< Che trovi di strano in quello che è successo stanotte? Siamo stati a letto, e allora? L’avrai fatto con molti altri ragazzi prima di me.>> le spiegò
<< No, invece, stupido!>> urlò Sabrina.
<< Dai, non vorrai venirmi a dire che sei, o mi correggo eri…?>>
La ragazza lo guardo negli occhi, e quella fu la sua risposta.
<< Oh cazzo.>> esclamò lui.
In quell’istante entrò Anne, la madre di Harry con delle lenzuola pulite in braccio.
<< Ragazzi, permesso, buongiorno!>> disse sorridendo
Sabrina salutò con un accenno del capo, e poi si mise la mano in fronte.
<<no Mamma! Ci penso io a fare il letto, non preoccuparti!>> la fermò il ragazzo.
<< Okay, okay. Calma, d’accordo.>> rispose sospirando la donna. << Comunque, sono Anne, la madre di Harry>> disse porgendo la mano alla ragazza.
<< Sabrina, piacere.>>
<< Fa come se fossi a casa tua.>>
<< No, non si preoccupi, stavo andando via.>> si affrettò lei.
<< Ma fermati almeno per la colazione, su!>> insistette Anne.
<< Sul serio, credo che mia mamma sia molto preoccupata, è meglio che io ritorni a casa>> disse prendendo il suo cappottino e la borsa che erano su una poltroncina.
<< E’ stato un piacere.>> le porse Sabrina la mano per salutarla.
<< Di niente.>> rispose la donna.
La ragazza uscì dalla stanza, e si diresse verso la porta.
<< Hey ferma!>> disse Harry afferrandole il braccio << Hai almeno i soldi per il taxi? Vuoi che ti accompagni, non so.>>
<< Hai già fatto abbastanza, ci vediamo a scuola.>> rispose lei fredda.
Chiuse la porta dietro di sé, e si diresse verso l’ascensore. Una valanga di pensieri le affollavano la testa. Ma come era stato possibile? Eppure ieri la sbronza dopo la doccia l’era quasi passata, non era così ubriaca da darla ad uno sconosciuto. Certo forse se non fosse stato così carino non sarebbe successo niente di tutto questo. Entrò nell’ascensore, e non poté far a meno di notare lo stato indecente dei suoi capelli, ma in effetti questo era l’ultimo dei sui problemi. Prese un po’ di phard dalla borsa e aggiustò qualche imperfezione, giusto per non sembrare uno zombie.
Appena le porte si aprirono trovò il sorriso da babbeo di Harry piombarle in faccia.
<< Ti avevo detto di non voler essere accompagnata o sbaglio?>> disse ironica
Lui le rispose sorridendo << Ma mi va di farlo. Ti accompagnerò lo stesso, tu fa finta che io non ci sia.>>
<< Beh non sarà un problema!>> rispose lei antipatica passandogli davanti.
Camminava fingendo un passo sicuro ma in realtà il cuore le batteva all’impazzata. Ma per chi? Per un totale e sconosciuto idiota? Impossibile. Forse le mancava solo Liam. Ogni tanto provava a girarsi indietro e incrociava il suo sguardo.
Stava per raggiugere casa, così rallento il passo, in modo tale da trovarselo di fianco.
<< Harry..>> disse a mezza voce.
<< Non dovevi far finta che non ci fossi?>>
Lei sospirò, togliendogli tutto il suo entusiasmo.
<< Ammetto che non posso far finta che stanotte non sia successo niente. E’ successo, eccome. Ma non posso cambiarlo. Voglio dirti che me però non ha significato nulla. Andiamo, so che anche per te è lo stesso. Ci conosciamo da neanche un giorno. Quindi, per evitare ulteriori problemi, anche a scuola e via dicendo.. fai conto come se non ci fossimo mai visti in vita nostra… Quello che è successo è stato solo un’enorme sbaglio, e non stiamo insieme...cioè>>
<< Ho capito.>> disse lui mettendola a tacere.
<< Perfetto>> rispose.
<< Allora, ci si vede?>>
<< Ci si vede.>> sospirò lui abbassando la testa.
Sabrina si diresse verso l’entrata del palazzo dove il portiere le aprì la porta.
Harry sentiva come un’enorme pugno gli fosse entrato nello stomaco, e invece erano solo inutili parole. E facevano male, troppo.
Nello stesso istante vide Louis uscire dalla porta salutando Sabrina, e sfoggiando il suo solito sorrisetto compiaciuto. Gli venne incontro correndo come un pazzo e chiamandolo.
<< Harry! Fermo, dove vai?>> gli disse una volta averlo raggiunto.
<< Stavo tornando a casa, dovrei fare colazione..>>
<< Benissimo!>> disse Louis zittendolo << Ora vieni con me così la fai con me e i miei amici. Su!>> lo tirò per la camicia.
<< D’accordo!>> rispose Harry sorridendo.
Claudia quella mattina si svegliò leggermente frastornata, forse ieri sera aveva esagerato più del solito. Si tolse la benda dagli occhi, e infilò le sue ciabatte per poi prendere le scale verso la cucina, sperando che Lola, la sua governante avesse preparato già qualcosa.
Trovò sulla tavola una tazza di caffelatte, e un cornetto, e cominciò a mangiare.
Il contatto delle sue labbra con la tazza calda le ricordò del bacio di ieri, e un sorriso le spuntò sul volto.
<< Ah Claudia sei qui!>> urlò la madre entrando nella cucina.
<< Mamma! Che hai da urlare? >>
<< Perché non sei a scuola?>>
<< Perché ieri ed oggi, come dovresti sapere, noi del penultimo e ultimo anno entriamo dopo le undici perché c’è l’orientamento delle matricole. >> rispose secca la ragazza.
<< Claudia, devo parlarti.>> disse poi la madre con tono più serio.
<< Che c’è mamma?>> domandò Claudia con voce scocciata.
<< Tuo padre questa volta non ritornerà a New York.>>
<< Cosa stai dicendo?>> domandò la ragazza sconcertata.
<< Dico, che tuo padre è dovuto scappare a Dubai, dove si trova temporaneamente, perché è ricercato dal governo americano.>>
La ragazza non riuscì a dire una parola.
<< Dobbiamo scappare anche noi, siamo in pericolo tesoro!>> disse la madre con gli occhi lucidi.
<< No, mamma, non voglio crederci.>> rispose Claudia, bevendo ansiosamente dalla sua tazza.
<< Devi, invece! Tra poco ci verranno anche sequestrate le proprietà, compresa questa nostra casa. Siamo indebitati per colpa di tuo padre fino al collo.>> continuò la donna piangendo ormai << Hai qualche giorno per recuperare tutta la tua roba, salutare i tuoi amici, e mi raccomando con discrezione.>> lasciò la stanza la madre, ormai in crisi.
<< No! No! No!>> cominciò ad urlare la ragazza salendo le scale.
Chiuse la porta della sua camera dietro di sé e cominciò a piangere, senza controllarsi.
Zayn continuava a girare il suo caffè, con la testa piena di pensieri. Niall gli parlava ma le cose gli entravano da un orecchio e gli uscivano dall’altro.
<< Bene, finalmente sei arrivato, non ci speravamo più!>> esclamò verso Louis, appena arrivato.
<< Scusate, ieri notte ho fatto più tardi del solito.>> rispose il ragazzo << Comunque lui è Harry>> continuò, presentandolo agli amici, con un sorriso smagliante.
<< Piacere Niall>> disse il biondino alzandosi. Zayn si limitò ad un cenno con la testa e poi continuò a bere il suo caffè.
<< Bene, ora vi devo raccontare cosa è successo ieri sera..> si sedette Louis.
Ma una voce lo interruppe << Ragazzi!>> sentirono gridare da fuori il bar.
<< Oh, è quel coglione di Cullen tornato dalle vacanze>> sbuffò Zayn.
<< Fine della pacchia..>> seguì Louis.
<< Sean!>> esclamò Niall, correndogli incontro.
I due si salutarono alla loro ‘vecchia maniera’, uno stupido saluto di terza elementare che si ostinavano ancora a fare.
<< Mi siete mancati ragazzi>> disse poi Sean raggiungendo il tavolo.
<< Tu per niente, sai?>> sorrise Zayn
<< Dai, Malik, ammettilo!>>disse Sean dandogli una pacca sulla spalla, così forte, che il caffè gli finì sui pantaloni.
Zayn si alzò di soprassalto, più irritato che mai.
<< Ehy, calma, è solo un po’ di caffè.>> scoppiò a ridere Niall.
<<vado in bagno.>> disse scostando bruscamente la sedia.
<<ma che gli prende?>> domandò il biondino, allibito.
<< Non ne ho idea..>> rispose Louis << Ma passiamo alle cose, serie… Ieri sera è stata una cosa memorabile.>> sorrise il ragazzo.
<< Perché che è successo>> chiese Harry.
<< Vi ricordate quella mia famosa battura dell’ultimo anno, che non funzionava mai?>>
<< Quale?>> aggrottò le sopracciglia Sean.
<< Quella dei capelli, dai, come non la ricordate! Brookie mi versò anche la birra addosso dopo che gliela feci!>>
<< Oddio, ho capito.. non mi dire che ha funzionato?>> si stupì Niall, risiedendosi, e ascoltando attentamente il ragazzo.
<< Sì, le ho fatto.. ‘mi piacciono i tuoi capelli, scopiamo?’ e lei ci è stata, cioè..>> disse stendendo la schiena sulla sedia.
<< Non ci credo, che troia, come si chiamava?>> sorseggiò il thè freddo Harry.
<< Non me lo ricordo nemmeno!>> scoppiò a ridere il ragazzo
<< Sei un mito!>> schiccò il cinque Sean, con le risate di sottofondo dei ragazzi.
<< E tu Niall?>> chiese Louis, incrociando le braccia sul tavolo.
<< Con la White?>>
<< E con chi, con me?>> rise il ragazzo.
<< Non so se voglio più continuare, insomma..>>
<< Dai, non ci credo, avete fatto la scommessa con la White?>> chiese Sean ridendo.
<< Sì, abbiamo dato la missione impossibile a Niall, ma quanto pare non ha le palle.>> rispose Zayn ritornando al tavolo.
<< Mica ti sei preso una cotta?>> rise Sean, seguito dagli altri.
<< Hai paura che rimanga delusa vedendo che non c’è niente?>> rise più forte Louis.
<< Basta, avete rotto, okay, continuo con questa cazzata..>> disse Niall, rassegnato.
Avrebbe voluto convincere gli amici a lasciar perdere questa storia, per evitare di ferire Alex, ma sapeva che sarebbe andata a finire così.
<< Ma Payne?>> chiese Sean ai quattro.
<< Era a casa mia, ad aspettare mia sorella, che non è tornata stanotte.>> rispose serio Louis.
Sabrina prese le chiavi dalla borsa, e silenziosamente cerco di aprire la porta. Se sua madre l’avesse sentita, sarebbe stata la fine. Fece un lungo respiro, poi aprì. Apparentemente non si sentiva nulla, sembrava non ci fosse nessuno. Posò la borsa all’ingresso, e si diresse in salone.
<< Ti pare questo l’orario di ritarati a casa? Tra qualche ora hai scuola.>> sentì la voce della madre, autoritaria, dietro le sue spalle.
<< Mamma..>> disse voltandosi.
Appena si voltò, vide oltre alla madre seduta sul divano panna, anche l’ultima persona che avrebbe voluto vedere in quel preciso istante.
<< Che ci fai qui?>> gli domandò fredda, incrociando le braccia.
<< Sabrina, ma come parli, ringrazia che siamo stati tutti svegli per te questa notte, compreso Liam, siamo qui dalle 3 di stanotte>> si alzò Claire.
<< Nessuno ve l’ha chiesto..>> disse la ragazza, salendo di corsa le scale.
<< Cosa? Sabrina Ryan Richmond, ritorna qua, subito!>> gridò la donna.
<< Signora Ryan, non si preoccupi, salgo io>> rispose Liam.
<< Grazie, sei un caro ragazzo.>> sospirò
<< Non si preoccupi.>> sorrise lui, prendendo la scale.
Il comportamento di Sabrina era davvero strano, ingiustificato, a meno che non sapesse tutto. Il che era impossibile, l’unico a cui lo aveva confessato era Zayn, l’altra sera. Era nel panico, e l’unica persona che avrebbe putto aiutarlo era lui. Magari la storia del professore che aveva inventato era pesante, ma sarebbe stato peggio se avesse saputo la verità. Già, molto probabilmente era solo stressata.
Bussò silenziosamente alla porta bianca della camera della ragazza, senza ricevere risposta.
Aprì lentamente, e la vide abbracciata al cuscino, che guardava fuori dalla finestra.
Appena si accorse della sua presenza, abbassò lo sguardo e si girò dall’altra parte.
Si sedette ai piedi del letto, con la testa rivolta verso il basso e passò qualche minuto in silenzio, pensando a cosa dire.
<< Che è successo?>> le domandò.
<< Hai il coraggio di chiedermelo?>> rispose la ragazza, lanciando il cuscino e alzandosi dal letto. Raggiuse la finestra e fissò fuori, con gli occhi lucidi, illuminati dal sole di prima mattina.
<< Io sono arrabbiata con me stessa, più che con te. Sono arrabbiata perché sono sempre carina, perché chiedo scusa per cose che non ho fatto, per essermi affezionata, perché ho fatto di te la mia vita, perché dipendo da te, perché butto via il mio tempo con te, perchè ti penso, perchè ti desidero, perchè ti sogno. Ma più di tutto, perchè non ti odio e so che dovrei... Ma non posso>> disse la ragazza, appoggiando i gomiti sul davanzale della finestra. Cercava di fermare le lacrime, per sembrare forte, ma in quel momento si sentiva morire dentro.
Liam non sapeva cosa rispondere, avrebbe preferito un pugno nello stomaco più che dover sentire queste parole. L’aveva scoperto, come prima o poi sarebbe dovuto succedere, ma non era pronto.
<< Lasciami spiegare..>>
<< Bene, spiegami, perché io non ci arrivo. Perché Claudia? Perché mi hai fatto tutto questo? Se non fossi andata a quella fottuta festa e Zayn non mi avesse detto niente, me lo avresti tenuto nascosto ancora?>>
<< Cosa? Zayn?>> chiese incredulo il ragazzo.
<< Sì, lui, sai si è rivelato una persona migliore di te.>> rispose Sabrina, girandosi verso di lui.
<< E’ stato tutto un errore, era l’ultima cosa che avrei voluto fare.>> cercò di spiegare Liam.
<< Dimmi, era il mio letto o quello dei miei, o quello di Louis?>> gridò lei.
<< Perché stai facendo tutto questo?>>
<< Cosa dovrei fare? Batterti le mano e dire ‘bella scopata, bravo Payne’?>>
<< Perché non capisci! Ti sto dicendo che è stato tutto uno sbaglio, non ero neanche sobrio, ci sono cascato.>>
La ragazza si sedette di nuovo sul letto, entrambi rimasero in silenzio.
Poteva mai finire tutto così? Tutti gli anni passati insieme. I loro ricordi, la loro storia. Liam sentì tutto cadere sotto i piedi. Era stato il più grande grande sbaglio della sua vita. Non poteva perderla, era la persona a cui teneva di più. Ma in quel momento, non sapeva cosa dire, non era mai stato bravo con le parole.
<< Stiamo insieme da una vita, persino all’elementari eravamo fidanzatini. Ti ricordi gli anellini con i fiori che feci? Ti ricordi il nostri primo bacio? In seconda media, fuori al cinema. E Niall che ci fotografava. Portavi un vestitino bianco e… delle ballerine rosa, le ho ancora le foto. >> sorrise il ragazzo <<e poi l’anno scorso a Malibu, ti ho detto che nero innamorato di te.>>
<< Tante belle parole, tante promesse. E poi guarda, invece, cosa siamo adesso.>> rispose la ragazza alzandosi.
<< Siamo gli stessi di prima, e possiamo ancora esserlo.>>
<< Solo che io non lo voglio più.>>
<< E’ successo, ma possiamo rimediare. Perdonami, sai quanto tengo a te, e mi impegnerò per far andare le cose meglio la prossima volta.>>
<< Non hai capito, non ci sarà un prossima volta.>>
<< Stai dicendo che è finita?>>
La ragazza non rispose, si voltò verso di lui, fissando i suoi occhi nocciola, riempirsi di lacrime. Liam aggiustò il ciuffo, per non guardarla più negli occhi, e si diresse verso la porta.
<< Ti amo>> le disse a mezza voce, prima di uscire dalla porta.
<< Tesoro tutto bene? Hai controllato se all’aeroporto hai lasciato qualcosa?>> disse Elisabeth, in pensiero per la figlia.
<< Sì, tutto apposto mamma, non preoccuparti. E’ la trentesima volta che mi chiami.>> rispose secca Sephora.
<< Sì, ma sono in pensiero, ora dove sei?>>
<< Sono nell’ascensore, sto per entrare a casa di zia Claire, e di Louis e Sabrina.>>
Le porte dell’ascensore si aprirono, la ragazza non ebbe il tempo di fare nulla che un ragazzo appena entrato premette il pulsante per scendere a piano terra.
Sephora lo fisso, in attesa che si accorgesse delle sua presenza, intanto la madre continuava a urlare il suo nome per telefono.
Il ragazzo si voltò e la vide. << Oh, mio dio, scusami, non mi sono accorto di niente…>> disse premendo con forza di nuovo il pulsante del settimo piano.
<< Purtroppo ero distratto …>> si scusò lui, continuando a premere il pulsante
<< Non, fa nulla..>>
I due avvertirono una leggerla scossa, la luce si spense, l’ascensore si bloccò e si accese la luce di emergenza.La ragazza cominciò ad urlare, poi riprese il telefono.
<< Sephora ma che succede? Ho sentito la voce di un ragazzo, dove sei? Devo chiamare la polizia?>>
<< No, mamma no preoccuparti, richiamo io>> attaccò la ragazza.
<< Okay, calma dovremo solo, ecco, chiamare il numero di emergenza e ci tireranno fuori.>> balbettò il ragazzo.. <<io non ho il cellulare perciò fa tu.>>
La ragazza digitò il numero, ma la linea non prendeva.
<< Non prende più>> disse la ragazza, con il respiro affannato.
<< Non andare nel panico, fai dei respiri profondi.>> la tranquillizzo il ragazzo mettendole le mani sulle spalle.
<< Come faccio a stare tranquilla? Moriremo…>>
<< No, cosa dici?>>
In quel momento sentirono, una forte scossa e Sephora, senza forze e presa dal panico, cadde a terra.
<< Oddio, no, svegliati!>> si gettò a terra il ragazzo.
Provò a ricordare le lezioni di pronto soccorso del primo anno, ma l’unica cosa che ricordò fu la respirazione bocca a bocca che dovette sopportare da Judie. Così prese aria, e si avvicinò alla bocca della ragazza. Aspetto qualche secondo, ma non c’erano segni di risposta. Così ripeté, finche non vide le palpebre della ragazza muoversi, e poi comparire il suo sorriso. Gli occhi castani di quella ragazza gli ricordarono quelli di cui era innamorato. Sephora sotto la luce più forte si accorse di quanto fosse carino. Era biondo, con i capelli mossi e gli occhi color nocciola, il viso dolce ed il sorriso più bello che avesse mai visto.
<< Quando vedo un ragazzo carino tendo a fissare, scusa>> disse la ragazza tappandosi la bocca <<no, l’ho detto davvero?>> chiese arrossendo.
Il ragazzo annuì e l’aiutò ad alzarsi, sorridendole.
In qual momento la luce tornò e l’ascensore prese a ripartire andando verso terra.
<< Comunque io sono Sephora>> gli porse la mano la ragazza.
<< Io sono Li..>> Guardò la targhetta nell’ascensore ‘ assistenza tecnica William Rhodes’ << William, piacere>> disse ricambiando la stretta di mano.
Le porte dell’ascensore si aprirono, e Liam uscì.
<< Allora ci si vede, Sephi.>> esclamò lui, andando verso la porta.
La ragazza lo salutò con il cenno della mano, e lui rise.
Le porte si rischiusero. << L’ho salutato con la manina, che figura di merda..>> disse ripetendo il gesto e poi mettendosi la mano in fronte.
