| outintherain` |
| | a grande richiesta (?) ecco il terzo capitolo uù grazie per i commenti, mi fa piacere che la storia vi piaccia <3 CAPITOLO 3 “E così con Harry è andata uno schifo” commentò Liam dopo il racconto dettagliato che gli feci di quella mattina. Erano quasi le due del pomeriggio ed eravamo seduti su di una panchina del parco. Avevamo pranzato fuori insieme. Avevo bisogno di parlare con qualcuno e, in tutta onestà, non mi andava di tornare a casa con Harry, così lo avevo scaricato con una scusa. “Sai Liam, credevo di averla superata. Credevo di riuscire a tenere a freno i miei sentimenti ma-” “Ma la situazione ti sta sfuggendo di mano” finì lui la frase al mio posto. Buttai la testa all’indietro, portando le mani sul viso mentre emettevo un leggero grido tra la disperazione totale e l’esasperazione. “Non per qualcosa ma ecco, io-” “Non dire ‘te lo avevo detto’” lo interruppi con tono minaccioso. “Ok, non te lo dirò” disse lui accarezzandomi i capelli e accompagnando la mia testa verso la sua spalla. “Perché proprio lui Liam?” chiesi guardandolo. “Non si sceglie di chi innamorarsi, piccola mia.” Mi diede un bacio sulla fronte e continuò a cullarmi su quella banchina per un’altra mezz’ora, prima di andare al lavoro. Rimasi su quella panchina ancora un po’, il tempo necessario per riacquistare le forze perse durante quella mattina. “Sono tornata” gridai in modo da farmi sentire da Harry. La scena che mi si presentò davanti fu però l’ultima cosa che mi sarei mai immaginata. “Io…ecco…scusate…” fu tutto quello che riuscì a farfugliare. Corsi in camera mia e mi chiusi dentro a chiave. Mi buttai sul letto, nascondendo la testa nel cuscino. Le lacrime scendevano da sole. Erano fiumi di lacrime. Poi bussarono alla porta. C’era da aspettarselo d'altronde. “Julie sono io, apri per favore.” Quella di Harry sembrava più che altro una supplica. Non doveva vedermi in quello stato. Non doveva vedere che stavo male per lui. Ma non potevo lasciarlo fuori, altrimenti avrebbe capito. “Ehm…un attimo. Io…mi sto cambiando.” Fu la scusa che inventai per prendere tempo. Mi guardai velocemente intorno e la prima cosa che vidi fu una vecchia felpa grigia buttata su una sedia. Mi spogliai velocemente e la indossai. Asciugai l’ultima lacrima rimasta ed andai ad aprire la porta. “Ehi” dissi appoggiandomi alla porta semi-aperta, cercando di apparire il più disinvolta possibile. “Mi dispiace, non credevo che saresti tornata a casa così presto. Io-” “Harry, prendi un respiro” dissi interrompendolo. Le sue scuse erano arrivate come un razzo che non aveva intenzione di atterrare. “Quella ragazza non significa niente per me” disse poi serio. “Non è successo niente. Non devi giustificarti con me” dissi abbassando lo sguardo. “So che non devo. Io…credo di volerlo fare” disse prendendomi la mano. Provai ad alzare il viso per guardarlo negli occhi, ma il suo sguardo era insostenibile, così lo riabbassai immediatamente. Quella situazione era assurda. Harry non poteva scusarsi con me perché lo avevo beccato a pomiciare con una ragazza sul divano di casa nostra. “Facciamo…facciamo finta che non sia successo niente” dissi levando la mia mano dalla sua. “Ok” disse andando via a testa bassa. Sospirai, mentre richiudevo la porta. “Sbaglio o quella è di Liam?” disse mentre tornava indietro. “Come scusa?” Feci finta di non aver capito. “La felpa. È di Liam.” Questa volta non lo chiese, ma lo affermò. “Ma che dici. Non è di Liam.” Cercai di essere il più convincente possibile. “Se lo dici tu.” Parvi riuscirci, perché se ne andò senza ribattere. Mi appoggia alla porta, una volta chiusa. Lentamente mi lasciai cadere, fino a toccare il pavimento. Rimasi a fissare il vuoto per un paio di minuti. Mi alzai di scatto e mi buttai sul letto, dove c’era la borsa. Iniziai a frugarci dentro, alla ricerca disperata del mio cellulare. “Dobbiamo parlare. Harry ha capito qualcosa.” Inviato. Dopo qualche secondo arrivò la risposta. “Vediamoci alle otto al solito posto.” Letto il messaggio, buttai il telefono nella borsa. Mi rannicchiai sotto le coperte, sperando di addormentarmi e riuscire a dimenticare quella giornata che fino ad allora era stata pessima. Puntai la sveglia alle sette, in modo da essere pronta in tempo per l’appuntamento. Una volta sveglia mi meravigliai di quanto fossi riuscita a dormire. Aprii la porta lentamente, in modo da non farmi sentire da Harry. I ragazzi sarebbero rientrati dopo delle otto e non mi andava di avere un’altra conversazione da sola con lui. Mi trascinai in bagno per fare una breve doccia che mi risanasse. Sapevo che quello non era un appuntamento vero e proprio, eppure mi preparai lo stesso con cura. Indossai quel vestito nero che gli piaceva tanto con le mie fedelissime converse. Erano pezza vecchia per quante volte le avevo messe, eppure a lui piacevano lo stesso. Un filo di trucco ed ero pronta. Presi una penna dalla scrivania per lasciare un post-it a Louis. “Sono uscita con Charlie. Non aspettarmi sveglio. Un bacio, Julie.” Charlie era la mia collega di lavoro. Era da tanto che non uscivamo insieme, ma sicuramente Louis non se ne sarebbe accorto. Uscii così di casa, diretta al London Eye. Al mio arrivo lui era già lì. Era seduto su quella che un tempo era stata la nostra panchina. Doveva avermi sentito arrivare, perché non appena fui lì si voltò, sorridendomi. Si alzò e mi venne incontro. “Liam, credo di aver combinato un enorme casino.”
“Così Harry ti ha visto con indosso una delle mie felpe” disse toccandosi il mento. Annuii, mentre mandavo giù un boccone di pasta. “Ma tu gli hai detto che la felpa non era mia, vero?” disse dopo aver bevuto un sorso d’acqua. “Certo che l’ho fatto e sembra anche che se la sia bevuta, ma…” “Ma hai qualche dubbio” disse lui, finendo la mia frase. Di nuovo. “Pensi che lo dirà a Louis?” chiesi preoccupata. “E cosa dovrebbe dirgli? Ho visto tua sorella che indossava una delle felpe di Liam?” disse scettico. “Potrebbe succedere” commentai io. “Julie –mi prese la mano- il nostro segreto è al sicuro.” Come sempre le parole di Liam riuscirono a rassicurarmi. Finimmo di mangiare la nostra cena e rientrammo a casa sperando di non trovare nessuno sveglio. Ma ovviamente eccoli lì. Zayn, Louis e Harry seduti sul divano a guardare la tv. “Ciao ragazzi” disse Liam entrando in casa. “Come mai siete insieme?” chiese Louise sospettoso. “Ci siamo incontrati nel vialetto” risposti prontamente io. Liam annuì per confermare la mia versione. “Allora come è andata con la brunetta?” chiese malizioso Zayn. “Con chi?” fu la risposta perplessa di Liam. Io intanto lo colpii leggermente senza farmi notare dagli altri. Liam sembrò essersi reso conto di ciò che aveva appena fatto. “Ah si, la brunetta. Non è andata.” Cercò così di rimediare. Lo sguardo di Zayn passò dallo stranito al normale. “Un’altra volta in bianco, Payne” commentò Louis. Inevitabilmente scoppiammo tutti a ridere, tranne il povero Liam. “Davvero divertente Zayn!” disse scocciato. “Io vado in camera, buona notte a tutti” dissi per poi salire le scale. “Da quando si saluta così piccola Tomlinson?” disse Zayn. Ci era rimasto male, era ovvio. Scesi quei pochi gradini che avevo fatto e andai dal mio amico. Mi chinai su di lui e gli diedi un bacio sulla guancia così forte che si sentì fino in Irlanda. “Così va meglio” disse dandomi una pacca sul sedere. “Ehi, ehi, ehi” scattò Louis dal divano. “Se ci tieni alla tua vita, non lo fare mai più Malik.” Mi venne accanto e mi strinse forte a sé. “Buona notte fratellone” dissi dando un bacio anche a lui. “Notte Liam” dissi baciando anche lui. Mi accarezzò la schiena. Era chiaro che cercava di rassicurarmi riguardo alla questione di Harry. Quando mi allontanai da lui notai lo sguardo fisso di Harry su di me. “Buona notte Styles.” Dargli quel semplice bacio sulla guancia sembrava essere un’impresa impossibile. “Notte piccola” mi sussurrò all’orecchio. Un brivido mi percorse la schiena. No. Non doveva succedere. Salì su in camera ancora tremante. Non riuscì a chiudere occhio per tutta la notte. Fu allora che presi la decisione: avrei dimenticato Harry, in un modo o nell’altro lo avrei fatto.
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