| inizialmente avevo pensato di farlo diversamente questo capitolo, doveva durare maggiormente, ma poi ieri sera mentre scrivevo mi è venuto fuori questo, e ho pensato, che aveva il suo effetto ed era brutto che lo perdesse inserito in un capitolo più lungo così ho preferito spezzarlo qui e fare due capitoli di quello che doveva essere uno. beh spero vi piaccia, e che vi faccia capire un po' di cose, detto ciò
Buona Lettura!
Capitolo 7 –
Bibip bibip. Sentivo in lontananza nel mio dormiveglia, ma non riuscivo a capire come potesse essere possibile dato che io ero in salotto con Zayn, poi mi venne un immagine di mio cugino che scendeva le scale e mi sveglia di colpo mettendomi a sedere, mi resi conto che ero in camera mia. Niente più divano, niente più abbraccio di Zayn e niente più power rangers, mi grattai la testa guardando che ore fossero, 9:15, iniziavo alle due quindi non avevo nessunissima fretta. Mi alzai avvicinandomi alla porta in un primo momento titubante poi guardai cosa stessi indossando, era la maglia di Liam quindi quello della tv non me lo ero sognato, era successo seriamente. Guardai il minicalendario sulla porta e tirai un urlo, come potevo essermene scordata? Uscii di corsa dalla camera e corsi in quella di Liam, appena mi fui assicurata che stava ancora dormendo gli planai addosso facendogli fare un salto allucinante -che succede che succede- iniziò a sbraitare mentre io lo abbracciavo quasi a soffocarlo -auguriiii Liamm sei ventenne da 9 ore e 20 minuti- dissi senza lasciare andare la presa -tu sei matta mi hai spaventato- si lamentò, io mi alzai e andai a spalancare la finestra e inizia a urlare tanto da spaventare degli uccellini sul tetto di fronte -AUGURI LIAMMMM IL VENTENNEEE- Persi l’equilibrio cadendo a terra quando qualcuno mi tirò un cuscino facendomi planare a terra -Zitta cornacchia!- mi disse una voce impastata dal sonno, mi voltai ed era lì, esattamente come ieri sera solo che adesso era in piedi, gli sorrisi -Malik è il compleanno di Liam, non gli fai gli auguri?- mi misi in piedi sul letto di Liam iniziando a saltare –Tanti auguri a te, Tanti auguri a te, Tanti auguri caro Liam, Tanti auguri a te- questa volta rischiai di cadere a causa di mio cugino che mi diede una piedata nel sedere, persi nuovamente l’equilibrio rischiando una facciata a terra ma Zayn mi salvò per un pelo dallo schianto. -allora non sei proprio inutile- -guarda che ti lascio cadere- mi disse con un sorrisetto -nonono ti prego- supplicai attaccandomi al suo collo –mi porti giù in braccio- Mi studiò per un secondo prima di esordire -ma tu sei matta! Per portarti a letto ieri sera ho rischiato un ernia al disco- -sempre dolce te vero Malik?- dissi incrociando le braccia una volta riacquistato l’equilibrio e lasciando la stanza. -che ore sono?- sentii biascicare mio cugino mentre si rigirava nel letto aggiungendo –esci di qua Zayn, vai dove vuoi basta che mi lasci dormire- Probabilmente non si rendeva conto di quello che stava dicendo, perché aveva appena dato via libera per qualsiasi cosa volesse fare a Zayn. Entrai in bagno per lavarmi la faccia e dopo tre secondi ecco lì sulla porta -ti serve qualcosa?- gli chiesi voltandomi verso di lui dando le spalle allo specchio e guardando Zayn. -dovrei farmi la doccia- mi rispose appoggiando la testa lateralmente allo stipite della porta. Feci un gesto della mano come ad invitarlo ad entrare rimanendo però immobile senza fare il minimo gesto di uscire per lasciarlo solo, lo guardai divertita aspettando che entrasse sorridendogli -giochi con il fuoco, Lexi- disse entrando e avvicinandosi a me -mi è sempre piaciuto il fuoco- dissi inchiodandolo con i miei occhi color del lapislazzulo -sai che giorno è oggi?- -ventinove agosto- gli risposi senza pensare lui mi guardò come se si aspettasse che lo collegassi a qualcosa ma, vedendo che non davo segni di ciò che si aspettava, mi prese per un braccio tirandomi a sé in modo che i nostri corpi si scontrassero, poi passò una sua mano dietro la mia schiena per assicurarsi che non mi allontanassi di un centimetro, con la mano libera mi alzò il volto in modo da stabilire un contatto con i nostri sguardi. -sono esattamente due anni- mi disse con un filo di voce senza interrompere il contatto visivo -tecnicamente sarebbero due anni tra quindici ore, erano le undici e mezza quella sera, Zayn- Lui mi sorrise, ma non era uno di quei suoi sorrisetti beffardi o seduttori che mi riservava solitamente in questi momenti di giochetti tra di noi, era un sorriso dolce, quasi contento che mi ricordassi così nei dettagli persino l’orario -allora te lo ricordi- -è stato pur sempre un avvenimento importante nella mia vita anche se è stato con te- dissi con una nota di durezza nella parte finale della frase -cosa intendi?- -che Zayn, la mia prima volta me la immaginavo con qualcuno che mi amasse non con qualcuno che la mattina dopo mi ignorasse- Lo vidi abbassare lo sguardo e lo guardai sorpresa, si ero sorpresa, non era da Malik abbassare lo sguardo anche nel torto lui non abbassava mai lo sguardo. Passai una mano sotto il suo mento obbligandolo a ristabilire il contatto visivo con me. -che succede?- gli chiesi fissando il suo sguardo aspettandomi una risposta, poi il suo sguardo si rifece freddo, quasi a schermare quello che voleva esternare. -niente- mi disse ridipingendo sul suo volto quell’espressione che avevo trovato la mattina dopo quella sera, la mattina dopo la nostra notte, quell’espressione fredda quasi avesse congelato ogni sua emozione interna, quasi volesse nascondermi qualcosa che sentiva. Sciolsi la sua presa allontanando i nostri corpi e prendendo le distanze da lui, lo guardai per un attimo poi scossi la testa -per un attimo c’ero ricascata, ma tu non cambierai mai vero Malik?- Non aspettai nemmeno una sua risposta, tanto sapevo non me ne avrebbe date, uscii dal bagno lasciandolo solo immobile nel silenzio. Bussai un ultima volta a Liam –MUOVITI!- gli intimai iniziando poi a scendere le scale, arrivata al piano di Niall, Louis e Harry bussai alle loro porte intimando anche a loro di sbrigarsi per poi scendere in cucina, appena raggiunsi la porta a vetri sentii un colpo secco, segno di una porta che si era chiusa, probabilmente quella del bagno, lottai per non far scendere nemmeno una lacrima, come lottai quella mattina di due anni fa, era stato il momento più bello e più brutto della mia vita allo stesso tempo, perché fu quella sera che mi innamorai perdutamente ed incondizionatamente di Zayn Jawaad Malik e da allora non potei più dimenticarlo.
Zayn POV!
La vidi andare, mi lasciò da solo nel silenzio del bagno, quello stupido bagno, ma stupido ero anche io, non sarebbe stato difficile dirglielo, dirle che mi dispiaceva di essere stato uno stronzo due anni fa, di essere stato uno schifoso codardo per averla piantata come fosse niente, quando in una notte era diventata tutto ciò di cui avevo bisogno. Era bastata una sola notte per farla diventare la cosa più importante della mia vita e ogni frase che mi rivolgeva la più tenera come la più acida mi feriva dentro, mi aveva ferito vederla tra le braccia di Josh, mi aveva ferito vederla felice con quell’insulsa maglietta con la dedica tra le mani, mi aveva ferito sentirla chiamare cucciola, sentirle dire da qualcuno che non ero io che l’amava, mi feriva giocare alla finta coppietta con lei, perché sapevo che era colpa mia se in questo momento non la eravamo, era colpa mia e del fatto che sono un codardo, ho sempre avuto paura che se le avessi detto quanto lei fosse importante, alla fine della fiera l’avrei fatta soffrire. Avevo cercato di convincermi che il tenerla lontano da me, il farmi odiare da lei avrebbe aiutato a tenerla lontano dalle sofferenze, avevo sperato di rifugiarmi nelle ragazze occasionali per dimenticarla, e trovarne un'altra che in una notte potesse farmi divertire abbastanza da non pensare a lei, da non pensare a Lexi, ogni cosa mi piaceva di lei, mi piaceva il fatto che si chiamasse Alexandra Elizabeth Payne, ma che odiasse il suo nome e preferisse Lexi, ma che dico piaceva, io amavo questo di lei, amavo i suoi capelli color castano oro, erano unici, non biondi non castani, amavo i suoi occhi blu lapislazzulo, che sembravano due pietre preziose strappate alle viscere della terra per renderla unica, amavo il suo modo di vedere sempre il bicchiere mezzo pieno, amavo il suo legare con tutti, amavo il suo paragonare Liam e gli altri a delle scimmie, il suo vedermi non come il solito vanitoso fissato con lo specchio, il suo credere in me, il suo avermi spinto a smettere di fumare, il suo avermi spinto a voler essere migliore, in poche parole amavo lei, amavo e non avevo paura ad ammetterlo a me stesso, Alexandra Elizabeth Payne. Guardai la porta da dove un secondo prima era scappata lei la presi e sbattei con forza per il nervoso sicuro che in tutta la casa mi sentirono fare quel gesto ma non mi importava perché avevo semplicemente rovinato un nostro altro momento, i muri tremarono e per poco non cadette anche il grande orologio sopra la porta. Mi guardai allo specchio e quello che vidi per una volta mi fece solo schifo, rabbia e mi venne voglia di prenderlo a pugni, in quel momento mi odiavo, non ressi più sferrai un pugno allo specchio che si ruppe, sentii una fitta arrivarmi fino al cuore mi guardai la mano e notai di averla tagliata sopra alle nocche, era ufficiale, ero un emerito deficiente cercai una garza e mi avvolsi la mano poi uscii e incontrai Liam davanti a me -che ti succede?- mi chiese visibilmente preoccupato -niente- gli risposi freddo, acido, come quando ero nervoso per qualcosa di serio richiudendomi in camera mia sbattendo nuovamente la porta.
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