| dynamite' |
| | Allora, direte voi: questa si è presentata da 5 minuti e già scassa le balls con una fanfiction? Ebbene si. Allora, premetto una cosa: non mi definisco assolutamente una scrittrice, più che altro sono una che da molto credito ai suoi film mentali, e i risultati sono questi. Ho cominciato a pubblicarla già su EFP, ma mi piacerebbe sapere voi come la pensate, se la ritenete una completa schifezza e quindi mi consigliate di darmi all'ippica, oppure se vale la pena continuarla. Saranno presenti tutti i 5 figoooooni (sbaaaav) con cinque personaggi nuovi, ma il pairing principale è.. no, scopritelo da sole ahahah. Vi lascio al prologo e al primo capitolo, accetto qualsiasi tipo di critica, suggerimento o altro. Buona lettura :3 "And I wish you all the love in the world,but most of all, I wish it from myself" Prologo.La tradizione popolare dice che ognuno di noi nasce con un filo rosso legato al mignolo della mano sinistra. Questo filo dovrebbe legarci alla persona a cui si è destinati, alla nostra anima gemella, che prima o poi, dovremmo incontrare. Secondo Platone, poi, le anime sono separate alla nascita in un principio maschile ed uno femminile ma vengono distribuite in due corpi diversi, quindi il vero destino dell’essere umano è quello di riunire ciò che è stato separato alla nascita. Cazzate? Questo non lo so dire, ma se davvero così fosse, e, credetemi quando vi dico che così è, quanto diavolo dovremmo aspettare prima di incontrare l’altra metà della mela? Ne vale così tanto la pena spendere una vita rincorrendo l’illusione dell’uomo o della donna perfetta? La razionalità che mi ha sempre contraddistinto fornisce una risposta semplice e indolore: assolutamente no. Eppure è successo. E’ successo, sebbene io me ne accorga solo ora e forse in ritardo, ma alla fine meglio tardi che mai, come dicevi sempre tu. Per caso o per destino, io questo non sono in grado di dirlo, ci siamo incontrati e scontrati fino allo stremo delle nostre forze, ci siamo fatti male al cuore tante di quelle volte che non le ricordo neanche più, ma ci siamo sempre ritrovati, sempre. Iniziava con il solito “vaffanculo” e terminava con le tue braccia che stringevano la mia vita e la mia testa poggiata sul tuo petto. Adesso io sono cresciuta, è cambiato tutto, il tempo è volato e io e te ci siamo lasciati con due fughe parallele, ma c’è una cosa di cui sono assolutamente certa: nonostante i piatti volati, le lacrime versate e gli anni che inesorabilmente sono passati, mi basterebbe un solo minuto dei tuoi occhi per lasciare che tutto riparta dall’ultimo “ti amo” che ci siamo detti.First chapter."Welcome to the Jungle It gets worse here everyday Ya learn ta live like an animal In the Jungle where we play If you got a hunger for what you see You'll take it eventually You can have anything you want But you better not take it from me" Welcome to the jungle - Guns N' RosesIl ticchettio delle Manolo Blanhik negli studi di registrazione della Sony
erano ormai una consuetudine da circa una settimana. Cherylin Gauthier, la stella del
R&B mondiale si accingeva ad ultimare uno di quelli che sarebbe stato ricordato come
l’album migliore di tutti i tempi. Lei ne era pienamente consapevole, ovviamente,
motivo per il quale, nel suo ambiente, era allegramente additata come una spocchiosa
della peggior specie. Consapevole anche di questo, certo. Tutto si poteva dire sul suo
conto, eccetto che fosse una che non ammettesse i suoi difetti e che non facesse
altro che darne prova ogni santissimo giorno. Ne erano testimonianza le 4 denunce
collezionate in un solo anno per aver maltrattato – o, come lei preferiva affermare,
dato prova della sua estensione vocale in fatto di acuti – parte del suo entourage.
–Dove diavolo sono le mie cuffie? No, non tu, Cristo.. lui, si dico a te, tecnico o
qualunque cosa tu sia-. Appunto. Non ne conseguì nessuna risposta, cosa che fece
alterare la mora ancor di più, che non era particolarmente dotata di pazienza.
– Che massa di incompetenti cerebrolesi - borbottò in modo da farsi udire da coloro a
cui era rivolta la frase.
Una miriade di insulti ed epiteti decisamente poco femminili dopo, la ragazza fu libera
di tornarsene a casa, con somma gioia di tutte le persone che avevano avuto l’onore
e il piacere di aver lavorato con lei quel giorno. Il rombo della sua Cadillac Escalade
sancì la fine di quella stressantissima e pesante giornata.
-Un altro briciolo di pazienza, Kendra. Ce la puoi fare. Adesso calmati, respira ed
inspira, con calma. Inspira e respira, coraggio. Mancano due esami, soltanto due
fottutissimi esami- era più di un quarto d’ora che sproloquiava inutilmente, senza
tuttavia riuscire nell’intento di calmare la sua ansia da prestazione. In soli 3 anni,
l’animo da inferocita femminista di Kendra Thompson aveva portato la ragazza ad un
passo dalla laurea in Giurisprudenza, ma il timore di non farcela, spesso celato dalla
maschera di finto sangue freddo della giovane, era costantemente presente. Dopo
un’ultima parola di conforto riflessa nello specchietto della sua Opel vecchio modello
–alias Fiammetta, si, aveva la fissa di dare dei nomi agli oggetti- si decise a scendere
dalla sua auto, chiudendo lo sportello con un tonfo sordo. Si diresse a passo spedito
verso l’aula dove avrebbe dovuto tenere il suo esame e ne uscì due ore dopo con un
sorriso soddisfatto stampato sul viso leggermente abbronzato, sventolando il libretto
dei voti che profumava di un 30 e lode appena sfornato.
L’ingresso trionfale di Alease Cohen fu notato da tutti all’interno della British Library.
Era abituata ad inciampare nei suoi stessi piedi e di certo non era nuova a quel tipo
situazione, che sarebbe stata definita imbarazzante da chiunque avesse avuto un
minimo di coscienza. Aveva attirato parecchie occhiate e risolini divertiti, alle quali
rispose con un “Sono un’acrobata in erba, mi sto allenando” accompagnato da un tono
calmo e pacifico e seguito da un rimprovero di una vecchiaccia tutta grasso e
antipatia.
Continuò a girovagare tra i vari scaffali come se nulla fosse accaduto, fino a quando
“Back in Black” degli AC\DC risuonò per l’intera biblioteca. –Dio, Alease sei un
danno- sussurrò tra sé e sé, ignorando gli insulti da parte di chi era intenzionato a
leggere un libro in assoluta tranquillità. Spense il cellulare e lo gettò alla rinfusa nella
tracolla di cuoio che aveva con sé, e si sedette buona buona su una delle scrivanie che
popolavano la stanza. Il rumore della sedia accanto a lei ribaltata in terra e l’arrivo
di un tornado dai capelli rossi le fece distogliere l’attenzione dallo scritto che aveva
tra le mani. –Oddio scusami, ti ho disturbato! E’ che sono appena scampata dal
macello che c’è li fuori, non puoi capire quanto ho corso e non so nemmeno da dove
trovo la forza di parlare ancora, soprattutto adesso che mi rendo conto di aver
appena concluso una figura di merda con i fiocchi- disse tutto d’un fiato. Di risposta
ricevette un sorriso, Alease aveva appena trovato la sua degna compare. –Comunque
piacere, Yvonne O’Connor, 23 anni e sono un disastro- la stretta di mano suggellò
l’inizio di una grande amicizia.
“I know you read the paper the one that they call the queen, have the radio wondering on me because that where I be. I’m a DIVA”
Cherylin si guardò allo specchietto sorridendo, prese la pochette e con passo suadente
si avviò verso l’ennesima serata di gala.
“I’m repping for the girls who taking over the world, have me raise a glass for the college grads. Who run the world? GIRLS.”
Kendra festeggiava la riuscita del suo esame scatenandosi con I compagni del suo corso,
con una luce diversa negli occhi verdi.
“Friends will be friends, when you're through with life and all hope is lost, hold out your hands cause’ friends will be friends right till the end”
Alease e Yvonne si salutarono dopo un caffè e una lunga chiacchierata, promettendosi
di rivedersi l’indomani.Piccolissime curiosità: La storia è ambientata nel 2016, e il primo personaggio, Cherylin, ha la voce di Beyonce e per il resto Leighton Meester. Spero vi sia piaciuto, besitos. Lucy.
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