| CAPITOLO 1 - -ora vuoi dirci che ci facevi con quel maniaco?-mi domandò il biondo passandomi una tazza di cioccolata calda, Niall mi sembra si chiamasse. -è il mio ragazzo- sospirai -era- mi corressi dopo. -non so cosa gli sia successo, non è mai stato così violento- perchè gli occhi cominciavano a prudermi? -credo fosse ubriaco e fatto allo stesso tempo e..- lasciai la frase in sospeso mentre tiravo su con il naso. -voi cosa ci facevate lì?- domandai poi, cambiando discorso. -festeggiavamo il nostro anniversario- disse di nuovo il biondo estasiato. alzai un sopracciglio stranita. -oh no, non quel tipo di anniversario- disse il moro, Zayn, vedendo la mia faccia stranita. -ci siamo conosciuti cinque anni fa, a scuola- spiegò poi. mi tranquillizzai, sarebbe stato strano se fosse davvero quel tipo di anniversario. mi guardai intorno e scorsi un orologio sulla parete centrale di quel bar. l'una di notte. -dovresti andare a casa, i tuoi saranno preoccupati- disse poi Liam sorridendomi. -oh..ecco, io..- iniziai a balbettare cercando una scusa plausibile per il fatto che non avessi dei genitori e tantomeno una casa. -che c'è?-chiese Zayn notando, di nuovo, la mia espressione. come faceva a capire che c'era qualcosa che non andava solo guardandomi? abbassai lo sguardo, in quel momento i miei jeans erano estremamente interessanti. alzai lo sguardo pronta a dire la solita bugia inventata al momento, come facevo sempre, ma notai nello sguardo di quei ragazzi che erano davvero interessati a me. pensai attentamente a quello che stavo per dire, poi aprì bocca. -non ho dei genitori e tantomeno una casa, i miei mi hanno abbandonata alla nascita- dissi tutto d'un fiato. avevo detto la verità. -non li ho mai conosciuti- rispresi poi. -ma so che da quelche parte, qui a Londra c'è mio fratello, devo solo cercarlo, è per questo che io e Mike ci siamo trasferiti qui- perchè stavo raccontando tutta la mia vita a dei perfetti sconosciuti, ma che avevo fumato? -sono stata adottata da una famiglia italiana- spiegai poi. adesso quei ragazzi non mi avrebbero lasciata in pace perchè si 'preoccupavano' per me. -come farai a trovare tuo fratello? ci sono milioni di ragazzi, lo sai?- -ho una sua foto recente e so il suo nome, sarà facile trovarlo- mi alzai. -io devo andare- -dove dormirai?- -ancora non lo so ma un posto lo trovo- detto questo pagai quella cioccolata e me ne andai salutando i ragazzi con un cenno della mano. -aspetta- urlò Niall. -non puoi dormire in un posto qualunque- -l'ho fatto per due anni, posso benissimo farlo una notte in più- dissi. -insisto, vieni da noi- -che cosa? ma sei pazzo? neanche ci conosciamo, potresti anche essere un assassino- dissi alzando le braccia al cielo. -siamo dei semplici adolescenti che vogliono aiutare una ragazza in difficoltà- -e magari portarsela a letto per vantarsene con i propri amici- conclusi io. -vieni con noi, solo stanotte. se uno di noi ti farà qualcosa sarai libera di andartene anche nel bel mezzo della notte- voleva davvero che andassi a casa loro, perchè? -perchè mi state aiutando?- domandai. -nessuno si è mai preoccupato così tanto per me- abbassai lo sguardo di nuovo. il biondo mi prese sotto braccio. -perchè nessuna delle persone che conosci si chiama Niall James Horan- disse con un tono di superiorità. -smettila coglione- lo prese in giro Liam dandogli una pacca sulla spalla. -ma.. sicuri che non disturbo? cioè, voi tre siete davvero gentili a preoccuparvi per me ma..- -perchè ti fai tutte queste paranoie?- -perchè è l'unica cosa che so fare- -smettila di preoccuparti per delle sciocchezze, per noi va bene e se non va bene agli altri due se la vedranno con me- scoppiai a ridere vedendolo mentre gonfiava il torace, poi riflettei sulle parole che aveva detto. -altri due?- domandai, terorizzata all'idea di dover conoscere altre due persone. -viviamo con altri due ragazzi, ti piaceranno- mi rassicurò Niall. -e tu piacerai a loro- concluse poi. non ero mai stata una persona che si fida della gente al primo impatto ma sentivo che di loro potevo farlo, non so perchè ma.. m'ispiravano fiducia.
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