wake up, we both need to wake up ♥, Larry Stylinson -- mini-long -- in corso ♥

Ennesima chiamata.
Sto per riattaccare, per la decima volta ormai, quando mi accorgo di un nome diverso dal solito sul display del mio cellulare: è Zayn.
Rispondo sorpreso, credevo fosse lui anche stavolta.
«Harry, Louis è lì con te? » mi chiede con un tono di voce quasi impercettibile.
«No che non è qui con me. Perché? » comincio ad insospettirmi.
«Sapevamo che tu avessi da fare, ma lui era semplicemente uscito per un caffè! »
«Ma adesso cosa c’entra il mio avere da fare con il suo caffè? »
«Harry, è uscito stamattina, siamo seriamente preoccupati! »
Una potente morsa m’impedisce di rispondergli.
«Sei ancora in linea? Ti prego, se sai qualcosa-»
«Forse so dove trovarlo, ti richiamo tra non molto»
Nemmeno il tempo di replicare che ho già chiuso la chiamata.
Corro più forte che posso: è lì, ne sono sicuro.
In tempo record arrivo alla meta, ma non vedo nessuno; decido allora di girare intorno al castello imponente.
Un castello? Si, proprio un castello.
E’ il suo posto speciale: viene qui da quando era piccolo, lo usa quando ha bisogno di pensare, ma solo io posso saperlo.


inizio flashback --
«Dove mi porti? »
«Scoprirai presto dove ho intenzione di portarti. È un posto speciale, vedrai» mi dice con una voce alquanto entusiasta.
Mi ritrovo davanti un castello. Diroccato, non c’è che dire, ma pieno di uno splendore tutto suo.
«E questo? »
«Vengo qui quando ho bisogno di pensare o semplicemente di stare da solo»
«Nessuno sa di questo posto? »
«Noi due» mi sorride dolcemente.
«Come mai hai deciso di “svelarmi” il tuo posto segreto? »
«Perché, come hai detto tu, è segreto. Io e te non abbiamo segreti. »
«Stiamo diventando troppo sentimentali, lo sai, vero? »
«Sarà» dice tra le risate per poi avvolgermi in uno dei suoi abbracci.
fine flashback --


Finalmente lo vedo.
Mi avvicino lentamente e mi accorgo del suo sguardo, perso nel vuoto.
Decido di sedermi vicino a lui; l’azzurro dei suoi occhi incontra il verde dei miei, i primi s’illuminano improvvisamente di una rabbia a loro sconosciuta.
«Perché sei qui? »
«Ci hai fatto preoccupare, pensavo di trovarti qui! »
«Ah si? Vi ho fatto preoccupare? » mi dice quasi schernendomi.
«Ma cosa ti prende? »
«Cosa mi prende? A me, dici? Chi non risponde a dieci delle mie chiamate, eh?! » mi dice visibilmente irritato, quasi deluso.
Non riesco a ribattere, credo l’abbia notato.
«Avrei potuto essere in pericolo» mi dice impercettibilmente.
«Lo sei? »
«No, non è questo il punto. Spiegami perché non hai risposto. »
«Avevo da fare, semplicemente questo»
«Non prendermi in giro, voglio la verità»
«Non lo so» soffio.
«Perfetto, adesso so di non poter più contare su di te» fa per andarsene e ho come un deja-vu: sembra di ritornare a cinque mesi fa, all’episodio del bagno, una delle mie solite crisi dovute ai miei stupidi sentimenti. (nda: leggi qui) E come cinque mesi fa, rieccomi a fermarlo per la mia ennesima cazzata.
«Aspetta! Sai che non è vero, sono ancora il tuo migliore amico. Non so cosa mi è preso»
«Dici sempre così. Sappi che non ti giustifica»
Il solito sbruffone ha lasciato posto a un ragazzo pieno di rabbia e tristezza.
«Scusami, ti prego»
Non so cos’abbia visto nei miei occhi, ma tanto è bastato per farlo ritornare sui suoi passi.
«Promettimi di esserci, di non fare più ciò che hai fatto oggi»
«Te lo prometto»
Lo abbraccio di slancio: ne ho bisogno, ne abbiamo bisogno, riesco a percepirlo.
«Adesso puoi dirmi il perché di tutte quelle chiamate? È successo qualcosa, non è così? »
Improvvisamente i suoi occhi si fanno lucidi.
«Si tratta di mia mamma. Lei … lei …» non riesce a continuare: gli accarezzo dolcemente la spalla per dargli forza.
«Ha dei problemi, mettiamola così. »
Non posso fare a meno di stringerlo ancora una volta a me.
Sono uno stronzo. Uno stronzo. Un enorme stronzo.
Ha bisogno di me ed io cosa faccio? Tiro fuori tutto l’orgoglio e l’egoismo che ho in corpo.
Bell’amico che sono.
Amico, il problema è proprio questo.
Improvvisamente lo sento tremare e in meno di due secondi il mio maglione è completamente bagnato dalle sue lacrime.
«Shh, shh, andrà tutto bene» e intanto sento il mio cuore frantumarsi in tanti minuscoli pezzetti: non posso sopportare di vederlo ridotto così e di non poterci fare nulla.
«Ci sarò sempre per te, sempre. Non farò mai più una cazzata del genere» gli dico quando si stacca dall’abbraccio dopo un paio di minuti, o forse ore.
Mi rivolge un’occhiata indecifrabile, dopo cerca di aprir bocca.
«E’ arrivato il momento di chiarire» mi dice asciugandosi alla meglio il fiume di lacrime che scorre lungo il suo viso.
«Non aspettavo altro» dico sincero come non mai.

Wake up, we both need to wake up
Maybe if we face up to this
We can make it through this
Closer, maybe we’ll be closer
Stronger than we were before
Made this something more, yeah
One Direction - Same Mistakes

Chiarire.
Si, proprio così: stiamo per chiarire e voglio crederci, ma non so da dove cominciare.
Sai quando attendi per tantissimo tempo qualcosa? Ecco, pensaci.
Poi però quando questo "qualcosa" arriva non sai come affrontarlo. Ecco: cosa fai?!
Aspetti? Non mi sembra il caso.
Cominci? Non se ne parla.
Okay, Harry, mettiamola così: non stai aspettando proprio nulla, non lo pretendi nemmeno, ma non vuoi nemmeno cominciare.
Harry, sei un cretino.
Entrambi siamo in attesa, di cosa poi non si sa.
Okay, basta, sono stufo: non possiamo stare di certo qui per le prossime settimane, che cavolo!
«Senti, io-» cerco di cominciare.
«Senti, io-» dice lui in contemporanea: chiamasi telepatia!
Ci guardiamo increduli e scoppiamo a ridere, come sempre, come piace a noi.
«Senti, io credo sia cambiato un pò tutto; ciò che non riesco a capire è il perchè: cosa ti è successo?» mi chiede lui improvvisamente serio, in attesa di una risposta.
«Cosa mi è successo? Sono diventato uno stronzo, ecco cos'è successo.» rispondo io sinceramente.
«Diventato, eh?»
«Lo siamo sempre stati entrambi, okay?»
«Ma cosa dici! Io sono un cucciolo, me lo dicono tutti.»
«Tutti chi?»
«Tutti.»
«Okay, fammi qualche nome.»
«Me ne basta anche uno per farti capire: Harry Styles.» mi risponde facendo una linguaggia degna di un bambino di 2 anni.
Cosa cavolo dovrei rispondere?
«Ma io non conto, sono di partee!»
«Ah, tu sei di parte, certo. Perchè dovresti esserlo?» mi vuole mettere alle strette, bastardo.
«Beh, ma perchè io sono il tuo migliore amico, ti vedo sotto un'altra luce, non credi?» aggrappiamoci agli spacchi, eddai.
«Una luce abbagliante, lo so, lo soo!» mi dice ammiccando.
«Sapessii!» gli subito tiro una gomitata: cretino, anche lui.
«Dai su, smettiamola di fare gli scemi adesso e cerchiamo di parlarne seriamente.»
«Di cosa?»
«Della nostra stronzaggine.»
«Beh, siamo due cuccioli stronzi, così suona decisamente meglio.»
«Esistono?»
«Si, noi lo siamo, quindi esistono.»
«Giusta osservazione, amico.»
Dopo un lungo silenzio decido di farmi avanti: adesso o mai più.
«Sai cosa è cambiato? Il mio modo di vedere le cose.»
«Come le vedi adesso?»
«Le vedo da un'altra prospettiva. Anzi: sotto un'altra luce.» stavolta le frecciatine toccano a me.
«Questa luce deve averti reso cieco.»
«Probabile. Mi ha un pò rincoglionito.»
«Adesso capisco molte cose!»
«Scemo di un cretino, smettila, sono serio.»
«Ma non preoccuparti: lo sono anch'io!»
Sbruffone, è ritornato quello sbruffone di sempre e non posso che esserne felice.
«E adesso perchè sorridi così?» mi chiede sinceramente curioso.
«Perchè sei di nuovo qui.»
«Eh?»
«Sei di nuovo qui.» ripeto.
«Dove sarei stato fino ad adesso?»
«Se non lo sai tu come posso saperlo io?»
«Tu dovresti sapere tutto.»
«Ma Freud sarebbe impazzito con te, figurati che effetto fai a me.»
«Che effetto ti faccio?»
«Uno strano effetto.» rispondo semplicemente.
«In senso buono, spero.»
«Decisamente.»
Adesso sorride quasi gongolante.
«Sai che non saprei come fare senza di te?» la mia risposta deve averlo proprio scosso.
«E prima di X-Factor come respiravi?»
«Bombole di ossigeno!»
Indovinate un pò cosa facciamo adesso? scoppiamo a ridere, come sempre, come piace a noi.
«Vale lo stesso per me.» riesco a rispondergli.
«Usavi anche tu le bombole di ossigeno?» dannazione, perchè deve farmi parlare a tutti i costi?!
«No, cretino.»
«E allora a cosa ti riferivi?» adesso pianta i suoi occhi nei miei, sta aspettando.
«Neanch'io saprei come fare senza di te.» puff: via il dente via il dolore.
Si avvicina pericolosamente: cavolo, Tomlinson, stattene pure dove sei altrimenti qui ne combino una delle mie!
Poggia delicatamente la testa nell'incavo della mia spalla, come sempre, come piace a noi.
«Non credo di aver mai incontrato una persona come te.»
«Bello, io sono inimitabile!»
«Non ne dubito.» mi risponde ridendo.
Sento qualcosa di salato arrivare alla mia bocca: ma che cazzo-?!
«Ehi, ehi: perchè piangi?!» adesso alza la testa per capire cosa mi stia succedendo.
«Non lo so, sono proprio strano.»
Lui mi abbraccia di slancio ed è proprio ciò che mi serve.
«E' per quello che ti ho detto?»
«Non vedo altra ragione.» mi arrendo: sto diventando uno schifoso sentimentalista.
Mi stringe più forte, poi mi risponde: «E' ufficiale: ho proprio uno strano effetto su di te.»
«Come se non lo sapessi.» accenno un sorriso.
Ad interrompere quel bellissimo momento è la mia dannatissima suoneria: chi cavolo è che rompe adesso?!
E' Zayn: oh cazzo, me n'ero completamente dimenticato!
«Allora? L'hai trovato?» mi chiede subito appena prendo la chiamata.
«Sisi, è qui con me, state tranquilli.»
«Mi ero preoccupato il doppio: è passata più di un'ora da quando mi hai chiuso la chiamata in faccia!»
«Daai, scusa! Stiamo per arrivare, okay?»
«Ecco, bravi.» chiude così la discussione.
«Chi era?» mi chiede lui.
«Era Zayn, voleva sapere se alla fine ti avevo trovato.»
«Si che lo hai fatto. Aspetta, adesso che ci penso: come hai fatto, però?»
«Ti conosco più di quanto io conosca me stesso.»
«Sai proprio tutto di me?» mi dice avvicinandosi sempre di più.
«Ovviamente.» rispondo a stento.
«Beh, io non credo.» mi risponde prima di annullare quella poca distanza che ci divide.

It's everything about you, you, you
Everything that you do, do do
From the way that we touch baby
To the way that you kiss on me
It's everything about you, you, you
The way you make it feel, new, new, new
Like everybody it's just us too
And there's nothing I could point to
It's everything about you.
One Direction - Everything About You

Mi ha baciato, l’ha fatto davvero.
Ma allora aveva capito.
Se solo lo avessi saputo, o perlomeno, compreso anch’io.
Sembra durare secoli, forse perché sono io a non volerlo lasciare andare, forse perché sono ancora senza parole.
Forse perché lo abbiamo desiderato per così tanto tempo che non vogliamo finisca subito.
Riprende le distanze dopo un po’ aspettandosi che io dica qualcosa, ma il mio cervello sembra non voler collaborare, così lo vedo attendere ancora più ardentemente con uno sguardo che per la prima volta riconosco: è il mio.
«E questo? » riesco a dire.
«Questo significa che ho capito. » mi dice sorridendo dolcemente.
«Come hai fatto? » chiedo spontaneamente.
«Tutti siamo dotati della vista, dovresti saperlo. » mi dice cercando una mia reazione.
«Era così evidente? » arrossisco di colpo.
«Non era evidente, semplicemente ho riconosciuto nel tuo sguardo ciò che sento dentro. »
«E cosa senti dentro? »
«Sento di non essere solo il tuo migliore amico, sento di essere qualcosa di più, sento di volere qualcosa di più. »
«È ciò che desidero anch’io» gli dico avvicinandomi.
«Ne ero consapevole. » mi dice sorridendomi sulle labbra.
«Smettila di gongolare come tuo solito. » dico ridendo.
«Sai che mi è impossibile. »
«Eccome se lo so. »
Vedo la felicità allontanare di colpo i suoi occhi e credo di sapere anche stavolta il motivo.
«Harry, io-» cerca di dirmi.
«Tu hai paura di ciò che comporterebbe una nostra relazione. » completo per lui la frase.
«Si» ammette impercettibilmente.
«Anch’io. » dico stringendogli la mano per infondergli più sicurezza, quella che dopotutto servirebbe anche a me.
«Non devi aver paura. » aggiungo poi «I nostri amici capiranno, andranno oltre i pregiudizi, lo sai. »
«Non è di loro che ho paura. Temo di deludere la mia famiglia. I fans. E se smettessero di seguirci proprio a causa di questi pregiudizi? Paura ne ho, eccome se ce l’ho. » mi dice tenendo lo sguardo basso.
«Deludere? Perché mai dovresti farlo? Le delusioni saranno loro. »
«Come fai ad essere così sicuro? »
«Sono sicuro di ciò che provo per te, solamente di questo. »
Adesso alza lo sguardo e mi sorride cercando di trovare le parole giuste.
«Shh, non dire niente. » dico vedendolo in difficoltà.
«No, devo. Devi sapere. »
«Cosa devo sapere? »
«Devi sapere che avrei voluto parlarti, dirti di tutto ciò che mi passava per la testa. Avrei voluto farlo, davvero. »
«Siamo qui, puoi farlo adesso. »
«Per tutti questi mesi non ho fatto che svegliarmi durante la notte e piangere, piangere, piangere.
Da solo. Lontano da te, lontano da noi.
Temevo di perderti, avevi quell’atteggiamento scontroso e non capivo il perché: volevo indietro il mio migliore amico, quello con cui potevo parlare fino a notte fonda dei miei problemi.
Quello con cui bastava uno sguardo perché capisse cosa non andava senza troppi preamboli. »
Si ferma perché una piccola lacrima scende giù per la sua guancia, mi affretto a farla svanire.
«Scusami. » è tutto ciò che riesco a dirgli.
«Un giorno però ti ho visto strappare una nostra foto tra le lacrime. Lì ho capito tutto. »
«Non sapevo più cosa fare, dovevo reprimere quel sentimento, mi sembrava così sbagliato. » gli rispondo.
«Non lo è mai stato. Lo sai, vero? »
«Si, adesso me ne rendo conto. Quello che provo per te è quanto di più bello mi potesse capitare. »
Si avvicina e mi regala un bacio, un bacio sincero, un bacio pieno di mille significati.
«Siamo davvero fortunati. » mi dice con gli occhi quasi lucidi.
«Si, lo siamo. » gli rispondo perfettamente conscio di quanto sia vero.
« Allora: sei pronto ad affrontarli? »
«Solamente se lo sei tu. Affronterei il mondo con te accanto. »
Lo farei.
Lo farò.

You know I'll be
Your life, your voice
Your reason to be
My love, my heart
Is breathing for this
One Direction - Moments